Caratteristiche generali
Lungh. 95-100 cm, apertura alare 165-180 cm, peso 2.220-3.500 g. Sessi simili, abiti stagionali simili, abito giovanile differenziato, specie monotipica a distribuzione paleartico-afrotropicale. Inconfondibile grande uccello prevalentemente nero con ventre bianco, becco e zampe rosso arancio.
In Emilia-Romagna è una specie migratrice regolare, svernante ed estivante irregolare.
Distribuzione e status
L’areale di distribuzione è discontinuo nel Paleartico e nell’Africa meridionale. In Europa nidifica principalmente in Polonia, Bielorussia, Lituania, Lettonia, Russia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania, Balcani, Turchia e Spagna. Per tutta l’Europa sono state stimate 7.800-12.000 coppie nidificanti (BirdLife International 2004).
In Italia è localizzata come nidificante, con una popolazione inferiore alle 10 coppie, in Piemonte, Lazio, Basilicata e Calabria. La ricolonizzazione di queste aree è avvenuta nell’ultimo decennio grazie all’incremento delle popolazioni dell’Europa centro-settentrionale. Durante le migrazioni è presente in tutte le regioni. In Emilia-Romagna è una specie migratrice regolare, svernante ed estivante irregolare; un’analisi di 164 segnalazioni della specie raccolte dal 1751 al 2004 per l’Emilia-Romagna (Tinarelli 2005) indica che i due periodi di migrazione si estendono dalla seconda metà di marzo agli inizi di giugno e dalla seconda metà di luglio alla fine di ottobre con picchi rispettivamente nella seconda metà di aprile - prima metà di maggio e in agosto – prima metà di settembre; i numeri di segnalazioni e di invidui rilevati durante la migrazione estiva-autunnale risultano di gran lunga superiori rispetto a quelli della migrazione primaverile sia per la presenza di giovani nati nella stagione riproduttiva appena conclusa, sia, molto probabilmente, per la maggiore durata e frequenza dei periodi di sosta. Nell’ultimo decennio si sono considerevolmente intensificati i casi di sosta prolungata in periodo estivo-autunnale e la presenza di individui singoli svernanti in varie zone di pianura del Piacentino, del Reggiano, del Bolognese, del Ferrarese e del Riminese. Le zone umide realizzate e gestite mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie forniscono condizioni ambientali favorevoli per la sosta della specie quando sono particolarmente estese ed assicurano la necessaria tranquillità a questa specie molto schiva nei confronti dell’uomo (Marchesi e Tinarelli 2007).
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Vocazione
Durante le migrazioni e il periodo estivo ed invernale si alimenta in greti di torrente, piccole e grandi zone umide con acqua poco profonda e banchi di fango e/o sabbia emergenti, fossati con ristagni d’acqua, prati, medicai. Casi di sosta prolungata sono avvenuti anche in aree con praterie arbustate e zone umide ripristinate su seminativi ritirati dalla produzione.
In considerazione del recente trend di incremento della presenza della specie al di fuori dei periodi di migrazione in Emilia-Romagna e delle caratteristiche ambientali delle aree di nidificazione (recentemente colonizzate in Italia e nell’Europa centrale) e di svernamento, si può ipotizzare (Tinarelli 2005) che in futuro eventuali nidificazioni potrebbero verificarsi in varie località della fascia collinare ed anche nella pianura centro-orientale bolognese dove sono presenti vaste superfici di zone umide ripristinate, particolarmente idonee per l’alimentazione, e aree alberate con scarso disturbo antropico, adatte alla costruzione di nidi; inoltre casi di svernamento potranno verificarsi in numerose aree di pianura e collina caratterizzate da un fitto reticolo di corsi d’acqua e/o da zone umide lentiche adatte all’alimentazione.
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Fattori limitanti
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato raro poiché la popolazione complessiva è di circa 10.000 coppie ed è esposta quindi ai rischi che colpiscono le piccole popolazioni (BirdLife International 2004). In Emilia-Romagna i principali fattori di minaccia noti per la specie sono gli abbattimenti illegali, il degrado e la scomparsa di prati umidi, stagni e depressioni allagate all’interno delle golene e in prossimità dei corsi d’acqua utilizzabili per l’alimentazione e la sosta, la collisione con linee elettriche a media e ad alta tensione.
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